Con una regolare pratica di meditazione, la mente progressivamente entra facilmente in consapevolezza senza pensieri. L’attenzione diventa come un lago senza increspature e una profonda pace interiore comincia ad albeggiare sulla nostra coscienza.
Quando non ci sono increspature sulle acque di un lago, la sua superficie diventa quasi invisibile in quanto riflette la bellezza del paesaggio. Allo stesso modo, la mente riflette ancora la bellezza della creazione e si scioglie nella beatitudine e nella pace del divino. La nostra crescita in Sahaja Yoga ci eleva a questo livello di coscienza.
Le scritture indiane descrivono i seguenti quattro stati di coscienza umana:
- Jagruti: lo stato di risveglio della coscienza
- Swapna: lo stato sognante
- Sushupti: lo stato di sonno profondo in cui la mente, l’ego e il Superego sono ancora coscienti
- Turya: lo stato di consapevolezza senza pensieri.
I primi tre stati di coscienza sono comunemente conosciuti nella nostra vita quotidiana.
Il quarto è lo stato di consapevolezza senza pensieri o nirvichara samadhi. Questo è lo stato in cui il processo di costante produzione di pensieri nella mente giunge al termine. In un primo momento compare una minima interruzione tra i pensieri.
Nello stato di consapevolezza senza pensieri siamo totalmente nel momento presente, senza perdere momenti preziosi della vita a pensare al tempo ormai passato o ancora da venire. Si comincia a gioire del nostro sé, del nostro spirito, della nostra bellezza interiore e della bellezza della creazione. Si comincia a gioire dell’esistenza. Siamo in grado di gioire del canto degli uccelli e del profumo dei fiori ad un livello molto più profondo perché non siamo più bombardati dall’inutile chiacchiericcio che assale la nostra consapevolezza e contamina l’ attenzione distraendoci dalle semplici gioie dell’ esistenza.